27 dicembre 2019
Brico - Manno 698 B
La solidità di un imprenditore che si rispecchia in un’azienda. 
Scoprite la storia di Romano Ferrecchi, fondatore di Brico, che ha fatto la storia dell’imprenditoria ticinese.
La solidità di un imprenditore che si rispecchia in un’azienda.

Incontrare Romano Ferrecchi significa trovarsi di fronte a una persona che ha fatto la storia dell’imprenditoria ticinese.Il suo nome si ricollega automaticamente al marchio che tutti, in Ticino, conoscono: Brico. Chi non è mai entrato almeno una volta in una delle sue filiali per cercare una vite, un tosaerba o della colla per il fai da te? “Io? Non so nemmeno cambiare una lampadina – dice Ferrecchi ridendo – ma ti posso vendere un tosaerba in men che non si dica”.

Sicuramente è stato il suo grande fiuto per la vendita e la sua creatività, a far diventare il suo marchio un simbolo, che per decenni non ha cambiato strategia, rimanendo un negozio con un’essenza locale, sebbene con il tempo si sia espanso in tutto il Cantone:

“Ci siamo ingranditi ma siamo rimasti vicini al cliente, come un negozio di paese, una bottega. La gente si affeziona, il che significa che non abbiamo una clientela molto varia. Ma i ticinesi sono così” – commenta l’imprenditore seduto di fronte alla sua scrivania con aria severa ma professionale, l’immagine del lavoratore instancabile che, ancora con i suoi 80 anni, si presenta in ufficio anche il sabato.
Ferrecchi è figlio di imprenditori liguri arrivati in Ticino negli anni ’50. Inizialmente l’idea era ripartire ma hanno deciso di restare dopo aver notato che, al tempo, spazio per la creatività e nuove attività di certo non mancavano.

“Si dice che un migrante parte con la valigia di carta e torna con la valigia in pelle” commenta Ferrecchi, riferendosi alle grandi aspettative di chi rimane a casa vedendo i propri familiari partire per cercare fortuna altrove. Per la sua famiglia, non ce n’è mai stato bisogno, perché la loro casa è ormai il Ticino, dove hanno saputo creare un marchio entrato nel cuore dei locali e un punto di riferimento. Negli anni ’80 infatti, dopo anni di gestione aziendale nel settore dell’edilizia, Ferrecchi ha avuto il suo lampo di genio: aprire un “fai da te” ma, a differenza dei grandi concorrenti, che fosse a misura d’uomo e con vendita al dettaglio. Una mossa vincente. “Vuoi un centimetro di uno specifico cavo elettrico? Te lo tagliamo. Vuoi un metro di quell’asse? Eccolo. Vendendo al dettaglio ci siamo conquistati il cliente privato, esponendo più di 24 mila articoli. Sfido qualsiasi negozio del settore in tutta Europa a esporre tanti prodotti quanto noi”.

Ma come i vestiti, anche nel bricolage le mode cambiano con gli anni. E, secondo Ferrecchi, il fai da te ha dovuto adattarsi ai tempi:

“Vediamo che, purtroppo, i giovani oggi non sembrano attrattati da questo genere di attività. Nonostante ciò, per esempio, molte persone costruiscono e mantengono il proprio orto in casa. È una nuova moda, dettata anche dal carovita e una questione di costi. Noi ci adattiamo, vendendo un sacco di prodotti per il giardinaggio e ciò che più vendiamo da qualche anno, è il robot tagliaerba. Incredibile ma vero. Ne vendiamo più di 300 esemplari l’anno, un numero enorme. Una macchina che si vende con la consulenza e soprattutto attraverso il passaparola. E ne abbiamo più di 2 mila in manutenzione invernale ad ogni fine stagione”. 

Ferrecchi non fa tanti giri di parole. Sa di cosa parla e conosce bene il mercato ticinese. La prova sta nei risultati: oggi Brico ha più di un milione e mezzo di visitatori all’anno nelle 8 filiali, una cifra record per una regione come il Ticino. 

“Mi piace lavorare. Finché la salute me lo permetterà non mi ritirerò” ammette Ferrecchi prima di confessare divertito un segreto: “il logo l’ho copiato da un marchio italiano conosciuto. L’ho modificato fino a farlo diventare come lo si conosce oggi. Un’idea di cui non mi pento”.


Di Filippo Rossi
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